Il cenacolo di VALORE lo spiritodi intrapresa e il fattore personale

1 / 2020    RU / ITA
Durante il Cenacolo a Genova, organizzato dal Presidente e CEO di «Valore» Francesco Sansone, si sono riuniti imprenditori, top manager ed opinion leader. Gli illustri ospiti hanno condiviso le loro opinioni nel tema della leadership responsabile e sostenibile e di quali sono le competenze vincenti per affrontare le sfide nell’economia digitale.

Lo spirito di intrapresa valesia per un imprenditore che per un manager

Francesco Sansone, Presidente e CEO di «Valore»Durante i nostri cenacoli cerchiamo di creare delle occasioni di condivisione
delle buone pratiche di leadership. Il tema dei Cenacoli é «Lo spirito
d’intrapresa ed il fattore personale».
Quale é la differenza tra leader e manager. Certamente quando parliamo di manager intendiamo delle persone che hanno responsabilità su molte risorse
e processi, dove lo spirito di intrapresa vale anche per loro,
non solo per l’imprenditore.
Quindi la differenza tra l’imprenditore e il manager oggi e’ sempre piu’ sfumata.
Perché fondamentalmente il manager, CEO, il gestore é sempre
piú chiamato ad essere imprenditore.

Le caratteristiche di leadershipsi sviluppano nel momento in cui una persona inizia ad affermare se stesso

Emilio Paolo Signorini, Presidente dell’Autorità di Sistema Portualedel Mar Ligure OccidentaleLa prima di figura che si incontra e la figura del maestro, che ti fa amare la conoscenza. E’ triste se uno che va a scuola non incontra mai questa figura. Poi arriva la figura del pensatore, chi ti apre la mente, mi e’ capitato di incontrare questo tipo di figura. Il problema non e’ vedere quello che c’e’ ma vedere quello che non c’e’. Il leader, ma anche il manager deve vedere anche concettualmente quello che non c’e’. Perche’ quello che c’e’ lo vedi e a volte la soluzione arriva dall’incognita dall’imprevisto, da una cosa che non riesci pianificare. Terza figura molto importante, al mio parere, che una persona nella sua vita puó incontrare e’ il mentore. Colui che ti sostiene e che ti prepara alla vita, colui che ti fa capire come farti strada. E’ poi arriva il capo, il tuo primo capo ufficio. Questa persona ti fa uscire dalle relazioni bilaterali confortevoli, del maestro, del mentore, del pensatore e ti butta nel mare delle relazioni collettive, negoziali e conflittuali. Il capo e’ una figura ineliminabile, deve essere una persona spiacevole, che ti tempra. Questa galleria di personaggi costituisce il percorso di crescita di una persona. Quando finisce questa fase inizia la fase assertiva, quando una persona inizia ad affermare se stesso. Questo puo’ essere espresso in tanti modi, pero ha un significato sempre molto importante, perche se non diventi assertivo diventa poco probabile che tu sviluppi anche le caratteristiche di leadership.

Un leader deve essere capace a muovere le persone e cambiare il modo che gli altri pensano

Marco Bucci, Sindaco di GenovaNegli Stati Uniti c’e’ un cosi detto: «Leaders are people who do the right thing; managers are people who do things right» (Warren G. Bennis) Il Leader sa dove andare e il manager sa come fare arrivare li, con un costo inferiore e piú efficacia. Tutti e due sono necessari. Certamente il leader è un visionario, che vede cosa che non vedono gli altri e deve dire le cose che gli altri non conoscono. Ma anche deve essere capace di portare in giro la gente. Però il single contrubitor può arrivare ad un certo punto della carriera dopo di che non c’e’ la fa. Il leader che riesce coinvolgere la gente puó andare piu’ in alto. Il leader quello che riesce a muovere cento persone, mille, quattro mila, 60 milioni come un Presidente dell’Italia. A Genova ci sono tanti leader, perche nel DNA degli italiani c’è di essere leader. Gli italiani sono creativi, sanno come fanno le cose. Gli americani non sono cosi, sono molto disciplinati e sono bravi lavoratori e quando c’e un leader li mezzo sicuramente c’e’ successo. Noi in questo caso non ci diamo importanza perche’ abbiamo tanti leader ma poi non seguiamo nessuno. Nella teoria di leadership la caratteristica piu’ importante è il change management. Un leader deve cambiare, se no, che leader e’. Il leader deve gestire il cambiamento, che e’ una scienza, che prevede certi determinati passaggi. Cambiando si rigenerano energie, interesse e passione. Se non si cambia, se uno pensa di sapere tutto dal momento in qui fallisce. Cambiare il modo in qui gli altri pensano, gli obbiettivi per altre persone e cambiare i modi in cui si fanno le cose. Queste e’ una delle regole con la quale noi portiamo avanti la nostra citta’.

Il successo di un leader è il suo team

Augusto Cosulich, Armatore e Cavaliere del LavoroIo sono figlio di papa’, sono cresciuto con l’obbligo di lavorare nella societa’
di famiglia e non avevo altri obbiettivi. Ho vissuto tutta la mia vita con questa problematica di figlio di papà. Ho sempre cercato di dimostrare al mio staff, che ero veramente bravo. Ancora adesso a 66 anni devo cercare di dare un esempio.
Il mio impegno e’ di creare ricchezza. I soldi servono per creare aziende, imprese.
Io ho difficolta enorme a trovare del personale. Come leader, mi sveglio
la mattina e trovo una difficolta’: quella di trovare le persone giuste.
Lasciamo stare i leader, al livello manageriale paragoniamo un manager con un limone, che anche se é bravo ma non ha piu’ succo non può fare niente, quindi serve sempre entusiasmo, che porta avanti sia manager, che leader. Peró il grande successo del leader e’ il team. Se tu riesci a creare una ventina di tuoi bracci destri, hai creato immediatamente il successo.

Un leader trova la soddisfazione non nel riscontro economico, ma nelle prospettive

Gian Carlo Vinacci, Senior Advisor Economic DevelopmentComune di GenovaEssere leader e’ qualcosa di naturale. Ci sono due modi per essere leader: uno e’ quello di governare con la forza, l’altro e’ di governare con il consenso. Credo che un leader abbia un dovere morale, trasmettere le sue conoscenze alle nuove generazioni, e’ una persona che deve avere una visione che va oltre una generazione, quindi pensare di fare delle cose che ci saranno quando noi non ci saremmo piu’. Essere leader vuol dire superare la difficolta, andare avanti e soprattutto essere animati da un sacro fuoco che ti fa sentire tuo ció che devi realizzare e con la soddisfazione non e’ solo economica, ma proprio nel vedere quello che va avanti. Sono convinto che il piu’ grande appagamento sia nel riconoscimento delle persone. La differenza tra un manager e un leader é legata alla forza e alle prospettive.
Molto spesso il manager ha degli obbiettivi di breve periodo, il leader ha degli obbiettivi veramente molto lunghi.

Un non buon manager e’quelloche non ha sofferto mai di fame

Gilberto Danesi, Presidente della Sezione Terminal Operators di Confindustria GenovaAugusto Cosulich ha detto una cosa fondamentale:
purtroppo e’ molto difficile trovare le persone
giuste: forse perche’ o noi esigiamo troppo
dalle persone, ed io mi pongo sempre
questo problema, o perche’ non hanno sofferto
un pò di fame.
Difficilissimo anche formarli. I giovani studiano
ma non studiano come ho studiato io.
Leader o manager… Oggi manca la capacità
di imparare, di stare al tavolo
e di affrontare i problemi.

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