Cenacolo a Venezia le decisioni che cambiano il futuro

2 / 2020    RU / ITA
La 36esima edizione de Il Cenacolo organizzato dal Presidente e CEO di «Valore» Francesco Sansone si e' svolta a Venezia. Ospite d’onore e keynote speaker, il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale Pino Musolino.

Francesco Sansone, Presidente e CEO di «Valore»«Venezia e’ una citta’ che ha ispirato
le innovazioni, l’attivita’ commerciale,
che e’ vissuta su uno scambio
culturale innanzitutto tra persone
e relazioni di fiducia che e’ alla base
di relazioni  commerciali.
Venezia rimane come una perla
del Mar Adriatico ispirando tutti
 i viaggiatori ed imprenditori, che alla fine
sono sempre uguali per il loro coraggio
e forza di andare sempre avanti».

Pino Musolino, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico SettentrionaleLa citta’ piu’ bella del mondo nel posto più improbabile del mondo

Venezia nasce e si sviluppa come porto. La citta’ di Venezia non esisterebbe e non avrebbe nulla di quello che ha se avesse avuto come prima esigenza quella di essere il porto legato di Ravenna, legato a Costantinopoli e un porto di suo pieno diritto. Quindi la cultura marittima portuale e’ la cultura di Venezia.
Nessuno dei bellissimi palazzi o ‘’La tempesta’’ del Giorgione che e’ nella galleria dell’Acсademia piuttosto che il Palazzo Ducale, non esisterebbero se non ci fosse stata l’intraprendenza, la capacità, la visione e la follia. Con un po’ di spirito corsaro che tante generazioni di mercanti veneziani hanno sviluppato costruendola attraverso un rischio costante, lo spirito di intrapresa appunto. Loro hanno fatto la citta’ piu’ bella del mondo nel posto più improbabile del mondo. Venezia e' nata come una Repubblica mercantile.
Normalmente il Doge era il mercante, il trader, l'affarista piu’ di successo della sua generazione. Veniva eletto verso la fine della sua vita per due motivi: uno perche’ aveva perso il drive e quindi non poteva essere rischioso, non era testosteronico e due perche’ poi moriva.
Quindi non avrebbe avuto la possibilita’ di costruire le dinastie di rendita, che e’ un altro degli elementi fondamentali. Per i veneziani il capitale andava mosso, andava reinvestito. Le lettere di credito, le codificazioni marittime principali sono state affinate a Venezia.

Vedere le cose che nessuno vede

Nel 1917 si firmano i primi accordi per realizzare il Porto di Marghera nel momento piu’ buio nel xx secolo in tutta l’Italia (Battaglia di Caporetto). Esse sono stati realizzate grazie allo spirito di intrapresa, grazie alla visione e alla capacita’ a vedere le cose che nessuno vede. Questo e’ la vera leadership. Perche’ a vedere le cose che vedono tutti sono capaci tutti. Ma i leader sono quelli che vedono le cose e li implementano attraverso la visione quando nessuno ci crede, anzi quando sembra assolutamente impossibile. La Venezia che per 12–13 secoli ha guardato al mare e guardava saldamente al mare improvvisamente si gira e guarda verso terra, andando contro tutto quello in qui che aveva creduto. La Ideazione di Porto Marghera e’ stata la salvezza del popolo veneziano. Perche’ in quel tempo Venezia sarebbe morta di fame se non c’e’ fosse Porto Marghera. La Croce Rossa Internazionale e’ venuta a Venezia, ha fatto uno screening e ha stabilito che le condizioni di vita erano da paesi del Terzo Mondo: la promiscuita’ e’ sconcertante: non puo’ esserci civilta’ in una citta’ del genere. L’intuizione e' stata quella di creare una citta’ a misura d'uomo che sposasse la produzione in maniera sostenibile. La visione e la strategia sono fondamentali per mettere le fabbriche in porto, accorciare la catena logistica, ponendo le fabbriche sull’acqua a ciglio banchina con le ferrovie per connetterci al crescente sviluppo post industriale del Nord Italia, che si connetteva con resto dell’Italia. Era talmente importante la visione e la strategia e mettersi in pratica, perche’ i primi due punti sono dappertutto nel mondo, ma se tu non implementi e non la fai diventare una realta’ epifenomenica…

Importanza dei porti

Porti sono grandissimi contenitori di innovazione, di ricerche, di sviluppo tecnologico, di sostenibilita’ e di capitale umano. Guardate a World Bank che dice che nel 2100, l'80 per cento dell’umanita’ sara a non piu’ di 200 chilometri da un grande porto, da una grande citta’ portuale. Non c’e’ nessuna citta’ florida nel mondo che non sia cresciuta lungo corso d’acqua. Sono pochissime, solo quelle moderne. Le citta’ ricche da quanto la storia e cominciata ad essere registrata sono quelle sull’acqua. Quindi il porto ha un significato enorme. E per il futuro il porto deve o essere sostenibile e green o non deve esistere. Perche loro hanno un impatto molto importante nella catena dell' inquinamento. Dall’altro lato siamo un elemento fondamentale della catena del benessere di tutti. Perche 80–90% delle merci almeno una volta nella vita sta a bordo di una nave, che significa che almeno una volta nella vita ha visto due porti: porto di carico e porto di scarico.

I principi del leader vero

I leader devono fare cinque cose. Prima ispirare la visione comune, che e’ fondamentale. Se tu non credi in quello che fai gli altri non ci crederanno mai. Poi importante mettere gli altri in grado di agire. Ad esempio io al mio posto, la prima cosa che ho detto ai miei dipendenti e' che la mia porta e’ sempre aperta. Cerco di far si che i miei collaboratori forniscano un contributo per arricchire la mia visione. Steve Jobs diceva e’ inutile pagare tantissimo a gente intelligente per dirle cosa fare. Anzi, paghiamo tantissimo a gente intelligente per farci dire cosa fare e poi facciamo bella figura. Importante anche tracciare il percorso, infondere il coraggio e mettere in discussione i paradigmi (sempre pensare fuori dalla scatola, confutare le tue stesse tesi). Io sempre li applico tutti e cinque. Il percorso che fa un leader e’ un percorso di sbagli quotidiani, di errori. Non credo che c’e’ un percorso facile per sviluppare intelligenza imprenditoriale, e’ una cosa che si fa praticandola: sbagli e impari, hai umilta’ di chiedere.
Non ho mai sopportato quelli che parlano al singolare: ho fatto, ho concluso, sono stato. Lo trovo estremamente stupido e umiliante. Io do’ la direzione, indicazioni, le strategie, ma senza i miei collaboratori, senza il mio team che lavora con me, io farei molto poco. Quindi e’ la lezione piu’ grande e piu’ importante che ad oggi ho imparato su che cosa significa essere un leader.