5 consigli di una mente creativa

3 / 2020    RU / ITA
Raffaele Sansone, un designer italiano, figura eclettica che spazia tra scultura, pittura e realtà virtuale, da più di 30 anni impegnato nel mondo digitale si racconta al giornale LEADERS TODAY, parlando del suo cammino di ricerca creativa per esaltare e mettere a frutto il proprio talento.

1) Farsi ispirare dalla meraviglia del creato

L’esigenza di sperimentare, di aprirmi a nuove esperienze, di esplorare la sorprendente realtà che si cela sotto la superficie delle cose è stata da sempre il motore della mia creatività. Adoro l’affascinante mondo dei colori. Tutti i colori sono belli, ma la magia si realizza nel loro accostamento. Essa può generare contrasto o suscitare armonia, può comunicare gioia, allegria o tristezza, attrarre o respingere. I colori comunicano con un loro codice così come le forme i segni ed i rapporti che si instaurano tra di loro. Scoprire questo linguaggio della comunicazione attraverso le immagini, comprenderlo e decifrarne il codice, è la rete nella quale il mio interesse è stato catturato fin dall’inizio dei miei studi. Dal punto di vista progettuale sono molto ispirato dalla natura e dalle forme organiche. Utilizzo molto la sezione aurea, sapere che è il rapporto proporzionale che si può trovare alla base di tutte le forme in crescita dai gusci minuscoli delle diatomee alle conchiglie, agli alberi fino ad arrivare alla forma a spirale delle galassie mi ha sempre affascinato, cogliendo in essa l’eco del progetto divino.

2) Mettersi in gioco e arricchire la propria esperienza

Per questo il mio è stato un approccio multidisciplinare alla professione che nel corso degli anni mi ha consentito di acquisire competenze in molteplici settori creativi e di spaziare dal mondo della pubblicità a quello dell’editoria, dall’interior design alla progettazione edilizia, con incursioni nella fotografia, nella modellazione ceramica, nella decorazione pittorica.

Adoro l’affascinante mondo dei colori. Tutti i colori sono belli, ma la magia si realizza nel loro accostamento

Nato con il disegno fatto a matita e con i rapidografo ed eseguito su tavoli da disegno con squadretta e tecnigrafo, ho dovuto necessariamente già dai primi anni di università confrontarmi con il computer che è diventato lo strumento fondamentale e indispensabile della mia professione. Da allora studio e continuo ad approfondire la conoscenza degli strumenti informatici di progettazione. La gestione, la creazione e l’elaborazione delle immagini digitali sono il mio pane quotidiano.

3) Riunire ciò che è sparso

Quello di cui mi occupo oggi non è altro che la risultante di tutte le singole esperienze e conoscenze che ho accumulato fino ad ora ed offro mia consulenza ai brand per il contenuto visivo, che e’ cosi importante nei nostri tempi. Non mi occupo soltanto di fare grafica. La mia figura creativa si pone tra l’artista ed il tecnico impegnata nel mettere insieme colori e forme con il preciso compito di sviluppare materiali visuali atti a creare un’esperienza, di comunicare messaggi nella maniera più efficace possibile. È un macrosistema nel quale confluiscono tutte le esperienze e conoscenze accumulate negli anni: progettazione, tipografia, grafica (editoriale, stampata e web), video editing, fotografia, illustrazione, colore, icon design, infovis, prototipazione, pubblicità, copywriting, immagine coordinata, eventi….Tutte le attività tecniche e teoriche di cui mi sono occupato finora trovano posto in questa figura professionale fondendosi ed intrecciandosi tra di loro e sono il veicolo attraverso il quale suscitare esperienze ed emozioni.

4) Cercare la propria identità al di fuori degli schemi

Jack London diceva una cosa molto bella, scriveva che ognuno di noi è come una pallina su un piano sfalsato. Se noi lasciamo scivolare quella pallina lungo il piano, e non ne ostacoliamo il percorso, essa compie una traiettoria ben precisa lungo la via. Lui chiamava questa la linea di minore resistenza, cioè quello che noi faremmo bene, sentendoci bene mentre lo facciamo, se potessimo farlo.

Dal punto di vista progettuale sono molto ispirato dalla natura e dalle forme organiche

Ecco, ciò che mi sento di consigliare è trovare la propria linea di minore resistenza e di percorrerla, di inseguire sempre i propri sogni e di non permettere a nessuno di ostacolarli, poiché possiamo raggiungere ciò che vogliamo se ci crediamo veramente. Ciò che spesso ci ostacola e ci vincola è la nostra abitudine di schematizzare, etichettare e incasellare noi stessi e gli altri in degli schemi ben precisi che ci racchiudono in delle gabbie dalle quali sembra impossibile uscire. Questo il più delle volte ci preclude la possibilità di intraprendere strade inesplorate che secondo i nostri schemi ci sembrano improbabili e magari proprio quelle che alla fine ci conducono alla nostra vera identità composta da mille sfumature.

5) Mettere i propri talenti al servizio degli altri

Un settore che negli ultimi anni mi ha coinvolto particolarmente è quello della modellazione solida 3D e del rendering. Trovo affascinante la possibilità di creare con il computer una realtà che esiste solo nella tua immaginazione. Oggi, grazie alle possibilità offerta dalle stampanti 3D, che non potevo non sperimentare, questa realtà virtuale fin’ora soltanto disegnata può prendere forma concreta. Queste tecnologie aprono scenari al di là della nostra immaginazione. Credo che con la stampa 3D ci stiamo spostando dal concetto di prodotto finora utilizzato principalmente per la prototipazione ad un prodotto finale che è possibile utilizzare senza alcun compromesso. Parafrasando Marinella Levi, docente presso il politecnico di Milano, possiamo senz’altro affermare che «stiamo vivendo una vera e propria rivoluzione, la rivoluzione del fare, che consiste nel riprendersi il fare che abbiamo un po’ perduto, useremo le stampanti 3D per produrre ciò che ci serve quando ci serve». Più in particolare trovo di grande interesse l’indirizzo che la Levi ha dato alla stampa 3D ovvero quello di renderla fruibile alle persone disabili insegnando loro ad auto-produrre oggetti che possono essere di concreto aiuto ad abbattere le piccole barriere che ciascuno incontra nella propria quotidianità. Si è reso ormai necessario il passaggio da un agire modulato prevalentemente su esigenze commerciali ad un creare/fare il cui frutto possa essere al servizio degli altri. Questo è quello che vorrei fare da grande non fosse altro per render grazie e restituire i «talenti», con i relativi frutti, che su questa terra mi sono stati affidati.