È uno strumento di pagamento molto utilizzato. In pratica quando apro un conto corrente presso una banca ricevo, su mia richiesta, un libretto di assegni. Compilando l’assegno e consegnandolo al mio creditore io dispongo il pagamento della somma indicata sull’assegno. Naturalmente devo avere del denaro sufficiente sul mio conto corrente personale dove la somma mi sarà addebitata. Diversamente, l’assegno non verrà pagato ed andrò incontro a gravi sanzioni per aver emesso un assegno — come si dice — «a vuoto» oppure «senza copertura». Questi due termini, nel linguaggio comune, indica- no l’assenza di una somma sufficiente a pagare l’assegno quando il creditore andrà ad incassarlo. Esiste anche l’assegno circolare. Quest’ultimo è emesso da una banca che preleva la somma dal tuo conto al momento dell’emissione oppure incassa denaro contante per un’entità pari all’importo dell’assegno. Se ricevo un assegno circolare sono certo di non correre nessun rischio (a meno che non sia falso!), in quanto la copertura è sempre garantita sin dall’emissione. Lo stesso discorso non vale per l’assegno bancario, che potrebbe essere privo di copertura, in quanto emesso da un soggetto privo di scrupoli e, soprattutto, privo di denaro sul proprio conto.
Gli azionisti sono i proprietari della società, coloro che ne detengono le azioni. Per le nomine del Consiglio di Amministrazione, per l’approvazione del bilancio e per altri adempimenti, gli azionisti si riuniscono in Assemblea e deliberano. Ovviamente il peso di ogni partecipante è determinato dal numero di azioni possedute. In genere, nelle assemblee di grandi società i piccoli azionisti hanno poca voce in capitolo e non partecipano neppure alle riunioni.
Per iniziare un’attività imprenditoriale o commerciae occorre possedere un patrimonio o capitale. Quando l’azienda si sviluppa o affronta momenti dif- ficili, è probabile che il patrimonio non sia più sufficien- te ed occorra procedere ad un aumento di capitale. Gli azionisti soci o il proprietario delle azioni devono quindi rinforzare il patrimonio versando nuovo denaro all’azienda. Questi aumenti di capitale sono molto frequenti e spesso sono alla base del rilancio dell’attività.
Si può investire il proprio denaro in azioni, cioè titoli di proprietà di un’azienda. Quando compro delle azioni divento di fatto proprietario (azionista), per la quota che acquisto, di una fetta di quella azienda. Come azionista potrà partecipare alle decisioni dell’azienda intervenen- do in Assemblea. Ovviamente il mio peso sarà proporzionale alle azioni che posseggo. Se l’azienda fa utili, potrò ricevere una quota di questi in base al numero di azioni possedute. Le azioni si possono comperare in Borsa, se la società è quotata, e il loro prezzo varia costantemente. Dipende dal mercato. Facciamo un esempio. Se questa mattina al mercato della frutta c’è una sola cassa di mele, e tutti vogliono comprare quelle mele, il prezzo sale. Se al contrario ci sono decine di casse di mele ma nessuno mostra interesse all’acquisto, il prezzo scende. Per le azioni in Borsa il meccanismo è analogo. Il prezzo delle azioni dipende dalla richiesta e oscilla continuamente. Occorre molta abilità e competenza nel comprare quando il prezzo è basso e vendere quando è alto. Si parla in questo caso di «giocare in Borsa». Ma attenzione: può essere un gioco pericoloso per chi non è esperto in materia.
«L’azione costituisce l’unità minima di partecipazione al capitale di una società e perciò è rappresentativa del capitale di rischio. L’azione delle public company ad azionariato diffuso viene negoziata nel mercato dei capitali.
Le caratteristiche distintive delle azioni ordinarie riguardano i pagamenti discrezionali di dividendi, i diritti residuali sul capitale della società, la responsabilità limitata e il diritto di voto nelle Assemblee societarie. I profitti derivanti dal possesso di azioni ordinarie sono rappresentati dai dividendi e dai guadagni in conto capitale.
Oltre all’azione ordinaria esistono anche le azioni di risparmio. Queste ultime prevedono che il detentore goda di privilegi patrimoniali nella distribuzione dei profitti societari a fronte della mancanza del diritto di voto in Assemblea. Solo le società quotate in mercati regolamentati, italiani ed europei, possono emettere azioni di risparmio. Esistono anche altre tipologie di azioni che godono di differenti privilegi; differenziazioni che esistono in base ai mercati in cui sono nate e alle diverse esigenze, anche contingenti, a cui possono ottemperare».
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