Ho imparato a prendere in mano la mia vita, senza dover chiedere il permesso a nessuno

6 / 2020     RU / ITA
Ho imparato a prendere in mano la mia vita, senza dover chiedere il permesso a nessuno
Giosetta Capriati Presidente di agenzie di PR internazionali Giosetta Consultants, Inc., New York
La Sede principale della Banca Mondiale a Washington, il Palazzo di Vetro dell’ONU a New York, il museo di Peggy Guggenheim a Venezia sono le aree di lavoro abituali di Giosetta Capriati. Lei è il Presidente di uno tra le più influenti agenzie di PR internazionali, è Cavaliere dell’Ordine costantiniano di San Giorgio e genio della megacomunicazione.

Da più di 40 anni  la Signora Capriati vive negli Stati Uniti, ma come prima è innamorata dell’Italia. La perfezione spirituale ed estetica del paese natio ispirano la nostra eroina per i progetti grandiosi, che collegano entrambe le parti dell’Atlantico. Sono gli eventi del livello più avanzato, nel quale gli obbiettivi del grande business e della grande politica si intrecciano in un contesto culturale esclusivo.

LT: Lei e’ di origine italiana, però abita in America. Perché gli Stati Uniti sono stati per Lei il secondo paese di residenza e di business?

GIOSETTA CAPRIATI: Io sono nata e cresciuta a Roma, dove mi sono laureata in Lettere Moderne all’Universita’ La Sapienza, che era all’epoca l’unica universita’ della Capitale. Ma il Sistema universitario italiano non mi soddisfava e allora, avendo tanto sentito parlare delle Universita’ americane, sono riuscita a vincere una Borsa di Studio Fulbright e ho passato un anno alla Brandeis University del Massachusetts, la grande Universita’ ebraica americana, dove ho scoperto la diversita’, ho conosciuto la cultura ebraica (e da allora sono molto legata ad Israele, che ho visitato in seguito), ma soprattutto ho imparato a prendere in mano la mia vita, a fare le mie scelte da sola, senza dover chiedere il permesso a nessuno!
Brandeis ha cambiato per sempre la mia vita e mi sono resa conto che gli americani sapevano molto poco dell’Italia, perche’ la giudicavano dalle Little Italy’s che esistono tuttora nelle piu’ grandi citta’ degli Stati Uniti, ma anche noi in Italia avevamo un’idea molto distorta dell’America e fu cosi’ che decisi di dedicare la mia vita a promuovere una migliore conoscenza fra i due Paesi, risiedendo a New York, ma passando anche circa quattro mesi in Italia ogni anno. Io sono una specie di «vigile urbano» in mezzo all’Oceano Atlantico, che spiega agli Italiani come muoversi in America e agli americani come farlo in Italia!

Ci racconti come è cambiata la vita e il destino Suo dopo il trasferimento in America? Che cosa Lei ha scoperto di nuovo?

Dell’America, che, ripeto, ha cambiato la mia vita per sempre, apprezzo l’energia, la vitalita’, l’ottimismo (basta con iI vittimismo italico!), la forza di andare sempre avanti, no matter what, di essere capaci di riconoscere i propri errori e migliorarsi, cosa che l’Europa, oberata dai suoi duemila anni di storia, non e’ capace di fare!

Che cosa corrisponde più alla Sua anima American Dream oppure La Dolce Vita? Che significa ognuno per Lei?

Quando salgo sull’aereo che mi riporta a Roma o a New York, devo cambiare voltaggio nel mio cervello, per adeguarmi alle due diverse realta’! Io sono del Segno zodiacale dei Pesci: uno adora l’American Dream con la sua vitalita’ e sta bene a New York, l’altro indulge nella Dolce Vita e sta bene a Roma con ritmi piu’ lenti, ma SOLO per quattro mesi all’anno, non di piu’!

Come Lei è riuscita a collegare due paesi cosi distanti e diversi: l’Italia e gli Stati Uniti?

E da allora mi occupo di progetti di Pubbliche Relazioni ad alto livello fra i due Paesi, in campi che vanno dall’Arte (Fondazione Guggenheim e Sotheby’s) all’Editoria (Rizzoli International) alla Cultura in generale, dal Business (sono stata per 15 anni Consulente di Booz Allen Hamilton) al Banking (sono stata Consulente della Banca Nazionale del Lavoro in USA e della Morgan Stanley in Italia), dallo Spazio (ho curato per conto dell’Agenzia Spaziale Italiana il lancio di tre Satelliti con la NASA) allo Yachting (dal 1983 seguo professionalmente l’America’s Cup) alla Gastronomia Italiana (che ho portato alle Nazioni Unite e alla Banca Mondiale), eccetera.

Riconoscere i propri errori e migliorarsi, cosa che l’Europa, oberata dai suoi duemila anni di storia, non e’capace di fare!

E siccome mi considero Europea e Cittadina del Mondo, da dieci anni a questa parte sono Advisor della Foreign Policy Association, iI piu’ antico Think Tank Americano, dove cerco di portare piu’ Europa e piu’ mondo.

Quale evento è stato più difficile ed importante per Lei in tutta la Sua carriera?

Il progetto piu’ bello della mia carriera e’ stato la trasformazione di Palazzo Venier dei Leoni a Venezia, sede della Peggy Guggenheim Collection (PGC), da una casa privata con una splendida collezione di Arte Moderna ad un vero Museo, gestito come un’azienda, sul modello Americano, oggi fra i piu’ visitati in Italia. Ho creato un Advisory Board di collezionisti italiani di arte moderna, ho formato un Consorzio di banche italiane e americane per raccogliere fondi per restaurare il Palazzo, ho coinvolto le Istituzioni locali (che anni addietro avevano rifiutato in dono la Collezione…), ho fatto un accordo di collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali, ho messo insieme i Junior Members della PGC, organizzando per loro eventi speciali in tutta ltalia, finalizzati alla conoscenza dell’arte moderna e contemporanea, eccetera.

Quale tra i suoi progetti quello che definirebbe perfetto (sia dal punto di vista di pianificazione che realizzazione)?

Il piu’ bell progetto da me organizzato e’ stata a ottobre del 2008 la Serata di Gala in Frac (!) alla Frick Collection, la ex-Residenza del Magnate dell’acciaio Henry Clay Frick, fra i piu’ bei musei di New York, in onore del FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, una specie di National Trust, Fondazione privata volta a restaurare e recuperare monumenti, castelli, palazzi e ville private, aree archeologiche e paesaggistiche, che altrimenti andrebbero in rovina! Il FAI e’ nato negli Anni Ottanta per volere della Contessa Giulia Maria Crespi di Milano, che io volli far premiare quella sera alla Frick Collection.

Il segreto di un progetto perfetto e’ molto sangue freddo e nervi saldi per gli imprevisti che ci sono sempre e…un pizzico di fortuna! Mai delegare!

La Contessa non pote’ partecipare di persona per motivi di salute e il Premio fu ritirato dal figlio Luca, che ancora ricorda quella magica serata, dove 150 ospiti erano seduti ad un solo Tavolo a ferro di cavallo nella favolosa Sala da Pranzo di Henry Clay Frick che, dall’alto del suo ritratto, annuiva con approvazione!!!

Qual’è il segreto dell’organizzazione di un progetto di PR a livello mondiale?

Non esiste una formula magica per il successo di un progetto, ci vuole una meticolosa preparazione, una supervisione personale (MAI delegare…), una grande attenzione ai dettagli, molto sangue freddo e nervi saldi per gli imprevisti che ci sono sempre e…un pizzico di fortuna!

Ha mai riscontrato i problemi inaspettati durante qualche Sua iniziativa. Come è riuscita a salvarla?

Nel 1995, in occasione del 50esimo Anniversario delle Nazioni Unite, organizzai il Mese Italiano al Palazzo di Vetro (l’ufficio del Segretario Generale a New York), facendo pubblicare dall’Editore Lorenzo Zichichi il primo e unico libro sulla Collezione d’Arte delle Nazioni Unite, alla quale l’Italia aveva appena contribuito con una maestosa statua di Giacomo Manzu’, che ancora si trova nel giardino antistante iI Palazzo; feci venire lo Chef di Villa d’Este, Luciano Parolari, che cucino’ per un mese intero nella Delegates Dining Room del Palazzo e ancora lo ricordano… e con lui organizzammo una splendida Serata di Gala con la prima sfilata di moda mai fatta al Palazzo di Vetro, con Genny della mia amica Donatella Girombelli.

Io sono del Segno zodiacale dei Pesci: uno adora l’American Dream con la sua vitalita’ e sta bene a New York, l’altro indulge nella Dolce Vita e sta bene a Roma con ritmi piu’lenti

Fu unevento di beneficenza per l’UNICEF, con la partecipazione di 400 selezionati ospiti. L’allora Ambasciatore italiano alle Nazioni Unite, Paolo Fulci, personaggio controverso, difficile e incontentabile, doveva presentare gli ospiti d’onore, alcuni venuti appositamente dall’Italia e fare un po’ il Padrone di Casa, ma, all’ultimo momento, si altero’ per stupidi dettagli e boicotto’ l’evento, lasciando alla sottoscritta il compito di fare da Master of Ceremonies…non mi persi d’animo e mi buttai nella «Fossa dei Leoni», cavandomela egregiamente, con mio stesso stupore e ricevendo i complimenti del famoso Conduttore televisivo Mike Buongiorno, presente in Sala, il quale mi avvicino’ chiedendomi: «Ma Lei da chi ha imparato???»  — Questo e’ stato un riconoscimento del mio successo.

Текст: Светлана Догадкина