Uno splendido inizio

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Irina Pavlova, direttrice di « SMSS Nedvizhimost», Romano Pucci, primo flauto del Teatro alla Scala, Marika Spadafino, solista del Teatro dell’Opera di Roma e del Teatro alla Scala

La prima visita in assoluto dei solisti del Teatro alla Scala, Romano Pucci e Marika Spadafino, ha arricchito di grande spessore culturale l’evento che annualmente celebra le espressioni artistiche nel tempio della musica accademica a Novosibirsk, tempio che porta il nome del grande Arnold Katz.
In tre giorni le star di Milano hanno visitato il Teatro dell’opera e del balletto, hanno fatto un’escursione al Museo d’arte di Novosibirsk e, insieme ai responsabili delle strutture culturali più importanti della regione, hanno discusso gli aspetti pratici, nei quali si potrebbe sviluppare la conoscenza avvenuta. La discussione è stata moderata dalla co-organizzatrice, imprenditrice e mecenate Irina Pavlova.

IRINA PAVLOVA: Colleghi, ricorrendo alla lingua dei professionisti, vorrei sottolineare ulteriormente l’importanza dell’arrivo dei nostri ospiti italiani a Novosibirsk nell’ambito del premio “I re delle belle arti”. Ritengo che il significato di questa visita non si limiti solo al fatto che abbiamo visto i rappresentanti del brand culturale internazionale sul principale palcoscenico della Siberia.

ROMANO PUCCI: Ha assolutamente ragione! Siamo artisti, e in qualsiasi posto noi andiamo, la nostra missione non è quella di divertire la gente, non di impressionarla con grandi nomi oppure titoli, ma di educare il pubblico. Con la parola “educare” intendo “regalare la luce della musica” che viene dal cuore. La musica unisce le persone indipendentemente dai loro ranghi: il nostro messaggio viene percepito da ogni persona che viene al concerto. È una medicina che cura l’anima, che Dio ha creato per gli adulti ed i bambini, per i leader della società e per chi vive una vita semplice e felice.

NATALIA YAROSLAVTSEVA: Infatti, la musica è una lingua che non ha bisogno di parole. A questo punto però diventa sempre più preziosa la varietà di approcci creativi, ai quali abbiamo avuto la fortuna di assistere quando, sullo stesso palco, si sono esibiti gli artisti provenienti dalla Siberia e dall’Italia. Scuole diverse, esibizioni musicali diverse, sonorità diverse e tutto questo ha destato vivo interesse nello spettatore. Il confronto artistico costituiva per noi un grande stimolo: si voleva che i nostri artisti facessero una bella figura, riuscissero ad impressionare gli ospiti. E dovrei dire che le parti strumentali eseguite dal maestro Pucci e da Shikhanov sono state ugualmente sublimi. Come d’altronde oltre ogni lode sono state le esibizioni di Marika Spadafino, Olga Kolobova, Jana Mamonova. Un bellissimo concerto degno della sala più raffinata. Sono orgogliosa di Novosibirsk che, con calore e affetto, è riuscita a conquistare questa I nostri spettatori hanno dimostrato la vera cultura dell’ospitalità: hanno accolto con entusiasmo ciò che è piaciuto loro e hanno reagito con più moderazione a quello che è piaciuto un po’ meno. Ed è giusto così: è per il pubblico, per rispetto e grazia, che lavoriamo. Dovremmo organizzare eventi del genere più spesso, quando i solisti provenienti da paesi diversi impreziosiscono i nostri concerti. Sarebbe bello se i musicisti di Novosibirsk in futuro potessero esibirsi al Teatro alla Scala.

La musica è una lingua che non ha bisogno di parole. A questo punto però diventa sempre più preziosa la varietà di approcci creativi, ai quali abbiamo avuto la fortuna di assistere quando, sullo stesso palco, si sono esibiti gli artisti provenienti
dalla Siberia e dall’Italia

ROMANO PUCCI: Descriverò senz’altro in tutti i dettagli il nostro viaggio al Sovrintendente del Teatro alla Scala Dominique Meyer. Sono convinto che Lei, dottoressa Natalia, e i Suoi colleghi dovreste assolutamente farci controvisita.

NATALIA YAROSLAVTSEVA: Devo dirLe che alcuni anni fa con una delegazione di esponenti del mondo dell’arte ho già fatto un piccolo viaggio per i centri della vita culturale della meravigliosa città di Rimini. Ci hanno accolto con calore, abbiamo incontrato giornalisti, pittori, scultori, musicisti. Però per via degli orari molto stretti non siamo riusciti purtroppo a immergerci pienamente nel mondo dell’arte professionale italiana. Da allora il mio sogno è che in futuro i nostri artisti, registi e art-manager abbiano comunque questa opportunità. Molto interessante anche l’idea di mostrare il Teatro alla Scala durante l’esibizione di Marika Spadafino nella sala da concerto “A.M. Katz”. Gli spettatori hanno potuto vedere in che cosa si differenzia dal nostro teatro: un’altra architettura, quindi un’altra acustica.
È interessantissimo!

IRINA PAVLOVA: Qui siamo passati al significato pratico del dialogo artistico tra Siberia e Italia, iniziato durante la preparazione per il premio “I re delle belle arti”. In che modo si potrebbe sviluppare questo splendido inizio in termini più concreti?

NATALIA YAROSLAVTSEVA: A mio parere, la cultura e la praticità non sono due concetti proprio affini, considerando il modo estremamente soggettivo in cui l’arte raggiunge ciascuno di noi. Qualcuno si dirige a Milano con la stessa frequenza con cui va al lavoro e di certo è stato al Teatro alla Scala più volte, mentre per gli altri poter vedere il palcoscenico del leggendario teatro in una trasmissione di qualità è già un’occasione unica. Senza parlare della possibilità di ascoltare i solisti scaligeri a Novosibirsk. Per questo, come dalla giusta osservazione fatta dal maestro Pucci all’inizio della nostra conversazione, dovremmo ricolmare di lodi non i teatri stessi, che sia il Teatro alla Scala, Bolshoi, il Teatro Mariinskij oppure il Teatro dell’opera e del balletto di Novosibirsk, ma affermare il valore dell’arte di per sé. Mi spiego, nel teatro musicale di Novosibirsk, per esempio, c’è il servizio di audio descrizione, cioè della descrizione di quello che succede sul palcoscenico ideata per le persone con disabilità visiva. Grazie al lavoro di uno specialista professionalmente preparato, una persona con disabilità visiva inizia a percepire lo spettacolo in maniera “tridimensionale”. Questo sì che è importante! I giorni “studenteschi” nel Teatro dell’opera di Novosibirsk, quando uno studente può avere qualsiasi posto in sala per 700 rubli (8 euro circa), anche questo è importante! Cancellare ogni barriera sulla strada verso l’alta arte è un nostro dovere oggi, e saremmo felici se i nostri colleghi italiani condividessero con noi la loro esperienza in questa direzione.

ROMANO PUCCI: Come ben sapete, il 7 dicembre al Teatro alla Scala per tradizione c’è l’inaugurazione della stagione lirica, il prezzo del biglietto in questa data arriva fino a 2500 euro in platea o nei palchi più centrali. Due o tre giorni prima di questo evento, lo stesso spettacolo inaugurale viene messo in scena per gli studenti under 30, che possono godere di questo privilegio a soli 20 euro, a titolo di promozione culturale e con lo scopo di avvicinare maggiormente i giovani all’opera. Inoltre io ho formato un trio composto da flauto, chitarra, clarinetto/mandolino: con questa formazione spesso portiamo la nostra musica nei centri per persone con disabilità, in Italia e all’estero, persone che spesso si vedono purtroppo costrette a privarsi della gioia di andare a teatro per via delle proprie difficoltà di spostamento. Se non possono raggiungere il teatro, deve essere il teatro stesso ad avvicinarsi, e credo che anche a Novosibirsk si possano promuovere iniziative di questo tipo. Rendere la musica dal vivo accessibile a tutti è un obiettivo a cui ho sempre puntato con attenzione e interesse, ho sempre creduto fortemente nell’energia della condivisione di un’esperienza artistica, quasi come se potesse completarne il significato, talvolta esercitando persino un potere curativo.
Ricordo un episodio in particolare: mi trovavo in una tournée in Giappone. Terminato il concerto, il pubblico si apprestava ad uscire, e tra loro c’era una signora che aveva dimenticato le sue stampelle al suo posto in sala!
È tornata dopo una buona mezz’ora, un po’ imbarazzata ma assolutamente felice per aver distolto per un attimo l’attenzione dal suo malessere: abbandonandosi completamente alla musica la sua anima ha potuto volare. Se non è un miracolo questo!

Mi trovavo in una tournée in Giappone. Terminato il concerto,
il pubblico si apprestava ad uscire, e tra loro c’era una signora
che aveva dimenticato le sue stampelle al suo posto
in sala! È tornata dopo una buona mezz’ora, un po’ imbarazzata
ma assolutamente felice per aver distolto per un attimo
l’attenzione dal suo malessere: abbandonandosi
completamente alla musica la sua anima
ha potuto volare. Se non è un miracolo questo!

IRINA PAVLOVA: Questo conferma che l’alta arte non dovrebbe essere commerciale.

ROMANO PUCCI: Certamente. Probabilmente sapete che nel XIX secolo Giuseppe Verdi ha costruito a Milano una casa di riposo per cantanti e musicisti, che considerava la sua migliore opera. Un’architettura meravigliosa, con interni classici e musica che si respira ovunque: in una tale atmosfera vivono anziani musicisti che continuano ad occuparsi della loro passione e addirittura, talvolta, a svolgere concerti spesso ad ingresso gratuito. Inoltre, visitare la Casa Verdi è un onore anche per i maestri del palcoscenico “operanti”: Domingo e Pavarotti sono due eccezionali esempi di grandi maestri ad essersi esibiti in questo gioiello senza tempo. Ecco il senso principale, il tema, dal quale siamo partiti: la musica unisce. Che tu sia giovane o meno giovane, abbiente oppure no, che tu viva nella Siberia innevata o nell’Italia nutrita di sole e calore, la musica supera ogni confine e ogni regola inventata dall’uomo.

NATALIA YAROSLAVTSEVA: Per quanto riguarda i confini, abbiamo qualcosa in programma. Novosibirsk si trova all’incrocio tra Occidente e Oriente, per questo sarebbe importante che tutti gli artisti che viaggiano dall’Europa all’Asia e viceversa avessero un visto di transito: questo permetterebbe loro di fermarsi a Novosibirsk per tre giorni e renderebbe possibile organizzare una visita alla città unitamente all’esecuzione di un concerto. Il maestro Pucci ha sottolineato che all’interno dell’orchestra Filarmonica e del Teatro alla Scala, vi sono diverse formazioni cameristiche che, eventualmente, potrebbero offrire dei programmi altrettanto vari ed interessanti.
Questa sarebbe un’ottima soluzione per approfondire la nostra conoscenza. Parlando del futuro, cerchiamo di usare al massimo le risorse che sono state messe a disposizione per la regione dall’organizzatrice del premio “I re delle belle arti” Olga Zonova ed i suoi aderenti, grazie ai quali la Siberia prende con convinzione la strada con i leader della cultura internazionale.

Текст: Марина Кондратьева
Фото: Антон Медведев ,
Андрей Гребнев