Cenacolo di Valore: Lo sviluppo tecnologico e il capitale umano

6 / 2021     RU / ITA
Cenacolo di Valore: Lo sviluppo tecnologico e il capitale umano
Francesco Sansone Il CEO di «Valore»

Il tema di oggi è misurazione nella dimensione intangibile che impatta con il tema dell’etica e dei valori. Fino a poco tempo fa l’etica era vissuta come aspetto qualitativo, valoriale, legato alla visione dei fondatori d’azienda, veniva anche considerata come freno allo sviluppo e alla crescita economica. Oggi l’etica è intesa come sostenibilità, sensibilità verso l’ambiente, responsabilità. Il tema è quello di come misurare questi aspetti.

Benvenuti alla XIX edizione de Il Cenacolo di «Valore» con il nostro ospite d’onore e keynote speaker il professor Giancarlo Pallavicini, un famoso economista, fondatore del concetto di marketing, membro dell’Accademia delle scienze della Federazione Russa, già consigliere del leader sovietico Michail Gorbaciov.

Giancarlo Pallavicini, membro dell’Accademia delle scienze della Federazione Russa, economista e scrittore citato dall’enciclopedia Treccani:

Mi chiedo se la veloce dinamica accelerata dalla pandemia che ha evidenziato la fragilità del lavoro umano rispetto alla macchina pensante, non determini il rischio che l’umanità possa venire in qualche modo mortificata dallo sviluppo tecnologico perché esso è disattento ai valori dell’uomo e del suo ambiente culturale e naturale. Temo che l’assenza di una mediazione culturale, filosofica e del trascendente per i credenti, quale io sono, possa in assenza di questa mediazione, difficilmente raggiungere obiettivi virtuosi per quanto sarebbe opportuno reinventarsi continuamente, adattarsi alle nuove situazioni, al cambiamento. Già ora abbiamo le reti social che possono condizionare i comportamenti delle persone nell’economico come nel politico e nel sociale. Se ne possano intuire sin d’ora le conseguenze sulla percezione di noi come soggetti non tanto autonomi quanto interconnessi in un connubio tra l’esistenziale entità biologica nostra e l’artificiale strumentazione etnologica. Quindi non radicati nella nostra realtà e nella percezione di sé, ma in qualche modo vaganti nell’universo dell’informazioni, gestito da algoritmi capaci di memorizzare esperienza e modificarsi autonomamente, senza bisogno dell’intervento umano. Essi sono in grado di interpretare per ciascuno le vicende del suo passato, le sue attitudini, inclinazioni e a condizionare l’indirizzo del percorso futuro.
In conseguenza delle interazioni dell’antropologia con lo sviluppo scientifico e tecnologico che lo sottende, l’uomo accusato di ritenersi il dominus di una terra posta al centro dell’universo ha seguito l’eliocentrismo di Copernico, ha perso pure l’immaginata centralità nel regno biologico sino a considerarsi parte di un tutto a seguito pure di interazioni mostrate da Freud con influenza dell’inconscio.
Per salvaguardare una corretta percezione di sé ed essere protagonisti di proprio futuro a mio giudizio occorre mantenere ciò che merita delle nostre radici e distinguere tra la conoscenza tacita, che è alla base del pensare e l’intelligenza codificata che invece legata a un codice algoritmico. Noi dovremmo riformare le nostre scuole, affinché animate da uno storicismo autentico esse siano in grado di suscitare quei fermenti e succhi vitali che nel tempo possono addurre a concreti atteggiamenti verso una via few day anche italiana al management in favore nostro e di tutti. In sintesi siamo in una fase da portare avanti con decisioni e ottimismo per adattarci alle mutate situazioni, ricordando con Darwin che, nelle evoluzioni delle specie, compresa quella umana, vince non il più forte e neppure più intelligente, ma ci sa meglio adattarsi al cambiamento.

Giampio Bracchi, Presidente Intesa Sanpaolo Private Banking:

Oggi le applicazioni di intelligenza artificiale stanno sviluppandosi in molte delle attività intellettuali. C’è anche grande ricchezza in questo cambiamento, ma anche i rischi che esso comporta.
Li vediamo non solo nel nostro rapporto con le macchine, l’approccio di tipo utilitaristico, ma che perde molto della cultura valutante che è la base dei nostri rapporti umani.
Si perdono in molti casi le modalità di stare insieme nella comunità.
Tutto non si può esaurire nel profitto. Quindi dobbiamo tornare a educare i giovani ad avere quella cultura valutante che stanno perdendo nel rapporto di interazione con le macchine.
Questo vuol dire insistere ancora sulla storia, filosofia, psicologia, e l’arte in modo che noi sappiamo accanto alle valutazioni numeriche, anche apprezzare la poesia, il bello e l’amore.

Gabriele Archetti, Professore di Storia Medioevo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore:

Il pane è indispensabile per recuperare il benessere perduto dall’uomo nei tempi di Adamo. Quindi l’intelligenza umana non solo è connaturata con la natura, ma è un’espressione della creatività di Dio. Nel momento in cui gli uomini sono impegnati a trasformare la loro creatività intellettuale nel benessere non fanno altro che continuare e completare l’opera creativa che la Bibbia insegna nella genesi. Le diverse forme di attitudine di intelligenza di crescita dell’uomo non sono in contraddizione, ma la chiave di lettura scientifica, religiosa o sentimentale sono un’integrazione che consente il completamento dell’esperienza delle diverse forme con cui il creato si rappresenta.

Enzo Rocca, Vice direttore generale Credito Valtellinese:

Siamo di fronte ad una fase di cambiamento significativo, lo vediamo tutti sia dal punto di vista individuale che dal punto di vista delle nostre organizzazioni. Ci sono due elementi che caratterizzano l’innovazione rilevante — la tecnologia e l’aspetto sostenibilità che insieme svolgono ruolo di cambiamento importante. In questa fase ci sono più attenzione agli aspetti pratici, tecnici, organizzativi, che spesso capita nelle fasi iniziali di rivoluzioni e meno agli aspetti umani e risvolte sulle persone. Bisogna in questo momento di cambiamento tecnologico prestare molta attenzione all’impatto e al valore che il capitale umano può portare in questa fase, trovare una conciliazione. Credo che sia necessario un bilanciamento tra innovazione e sostenibilità che possa portare a uno sviluppo corretto. Non dobbiamo dimenticarci questo momento di cavalcare l’innovazione senza prestare attenzione al fattore umano e all’aspetto sociale.

Gaetano Cavalieri, I Presidente di CIBJO (Confederazione mondiale delle Associazioni del settore di oreficeria, gioielleria, argenteria e le pietre preziose):

Abbiamo detto della sostenibilità in un settore, ovvero quello dei preziosi in generale, che alla fine non fa altro che provocare una serie di emozioni che possiamo definire come selfsatisfaction. Paradossalmente abbiamo visto nel periodo di pandemia un incremento delle vendite di settore, perché la gente voleva soddisfarsi.
La pandemia ha un posto in essere un cambio di paradigma, un totale cambio di stile di vita del mondo intero che ha fatto capire che un semplice virus è un elemento così globale da non avere confini. Ho partecipato tanti meeting internazionali delle organizzazioni mondiali del commercio dove si parla che non esiste una cosa più globale di un virus che ha messo il mondo intero su ginocchi. Ma la cosa più importante è che la solidarietà umana è stata l’essenza di uno sviluppo ulteriore di una sostenibilità vera dove alla fine un uomo sostiene un altro uomo.

Luigi Avogadro, Direttore Generale di Luzzatti S. C. p. A.:

Ci sono tre aspetti in questa pandemia: il primo è nella capacità di pianificare che è condizionato sia nella vita personale, che nella realtà imprenditoriale, economica e finanziaria delle banche. L’altro aspetto è quello della relazione. Questa accelerazione crea una mutazione antropologica, l’accelerazione della digitalizzazione crea una distanza relazionale. Il terzo l’aspetto è relativo alla globalizzazione. Ci dà la percezione di essere interdipendenti nello stesso destino. Credo che dobbiamo essere consapevoli, che il tessuto economico è fatto di aziende che sono un patrimonio di occupazione, di crescita e di benessere. E che sono un modo per partecipare che condivide i nostri valori alla creazione. Due secoli fa la prima enciclica sul lavoro, poi la lettera apostolica di Giovanni Paolo II «Laborem Exercens» dice la nostra attività economica è una partecipazione alla creazione.

Francesco Fiamigi, Direttore Area Nord Italia di Banca Passadoree:

La riflessione che vorrei fare questa sera è relativa alla responsabilità
economico sociale delle Cina che, negli ultimi trent’anni ha creato un poderoso
sistema industriale e trecento milioni di ricchi. Un sistema che privilegia il profitto e la supremazia in tutti i campi. Con queste premesse, è doveroso chiedersi come la Cina, vorrà e potrà assumersi le responsabilità economico sociali nei confronti del mondo, in considerazione del fatto che questo paese è destinato a divenire il leader globale della tecnologia.

Sergio Sasso, Senior Partner — Wealth Advisory presso Allianz Private Banking:

Stasera si è parlato di etica e capitale umano scelte che debbono essere al centro di chi esercita attività d’impresa. l’intelligenza artificiale che sta dando grandissimi risultati in tutti settori, per essere un reale beneficio per l’umanità, deve essere utilizzata con etica, ponderazione e oculatezza. Infatti, se pensiamo a tutti i dati sensibili raccolti in tutto il mondo per gestire e fare funzionare il mondo dell’intelligenza artificiale, se essi in un prossimo futuro fossero utilizzati per creare discriminazioni, disparità di ogni genere, invece di favorire lo sviluppo dell’umanità, determinerebbero un gravissimo danno a suo sfavore.

Lorenzo della Bella, Avvocato:

Stiamo organizzando la gestione della nostra azienda professionale come un valore.
Al di la di al netto dell’utile di esercizio creare un valore che ridonda i principi e valori de Il Cenacolo è un nostro modo per contribuire in maniera etica e sostenibile al rapporto con capitale umano. È importante anche l’aspetto cristiano dell’essere uomo sociale. Quanto e come ogniuno di noi può mettere un euro in più di cristianità nel suo compito sociale quotidiano, in famiglia, da professionista, da consigliori degli imprenditori, quale scommessa cristiana noi siamo in grado di mettere oggi nella socialità.

Antonio Carbonera, CoInventore Hèrmes-Comm:

Dal sostengo che la tecnologia più elevata più ha bisogno della cultura elevata. Perché una tecnologia elevata con una cultura dell’umanità non elevata crea solo danni. A me non da fastidio quando qualcuno mi riprenda con un filmato quando passo per la strada, però bisogna vedere cosa ne fa. Ad esempio il fatto che tutte le nostre email vengono analizzate e classificate cozza con i principi fondamentali dell’integrità e la riservatezza della comunicazione. Quindi non è il fatto che tutti noi mettiamo su Facebook le fotografie ma poi che uso viene fatto: e l’uso etico e positivo o uso contro l’individuo?

Fabio Porcellini, CEO Natlive:

Mi piacerebbe che anche la chiesa prendesse delle posizioni come un mediatore culturale in un momento in cui anche i giovani hanno bisogno di essere seguiti nel passaggio dove la tecnologia ha un ruolo importante.
Devo dire che non solo l’email, ma anche le comunicazioni telefoniche sono tutte controllate. Sicuramente ci dobbiamo riappropriare della gestione del contenuto.
Quindi ho sviluppato una tecnologia nel mondo del video che permette tramite un codice embed la gestione e il controllo di tutto il contenuto di quello che hai creato.
Per evitare la perdita del controllo sul contenuto porta delle conseguenze
che non solo di carattere etico e ovviamente economico. Se tu non hai controllo del tuo contenuto c’è qualcun’altro che lo ha.

Giovanni Materia, Direttore Medico
di Presidio Ospedaliero:

Condivido sostanzialmente, quanto detto sino a ora ma,
per portare la mia testimonianza, debbo dirvi che io rappresento
 il simbolo della speranza. Infatti, a causa di un ictus e di un tumore
al colon sono rimasto al di fuori di ogni tipo di relazione per due anni.
Questo è il mio primo ritorno e, per questo, vorrei dirvi che credo
nel capitale umano che muove questo mondo e che lo farà sempre progredire.

Stefano della Bella, Dottore commercialista e revisore:

Citando il pensiero del matematico indiano Srinvasa
Ramanujan si può dire: «In ogni equazione vedo
 il compimento del disegno di Dio». Gli strumenti
della tecnologia sono utili solo se servono all’uomo.
Tutto il resto è malformazione, deviazione della normalità
rispetto a un principio base che pone l’uomo al centro,
lo strumento è servo dell’uomo. Altrimenti diventiamo
noi degli strumenti della tecnologia.

Текст: Светлана Догадкина