Nelle mani della Chiesa c’è la chiave per l’unità

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Nelle mani della Chiesa c’è la chiave per l’unità
Denis Marchishin sacerdote della Chiesa cattolica romana

In un mondo che ha perso la capacità di cercare un accordo, l’unità è possibile solo sulla base di una discussione costruttiva: è l’opinione di Denis Marchishin, sacerdote della Chiesa cattolica romana. Forse spetta proprio alla Chiesa, che da millenni incarna la cultura del dialogo, il ruolo del costruttore di pace che rispetta il diritto di ogni persona alla propria opinione.

LT: Padre Denis, con quali parole si rivolge più spesso a Dio ora?

DENIS MARCHISHIN: La mia preghiera è sempre la stessa: prego per il benessere di coloro che mi circondano e di molti altri che ora provano in generale angoscia e privazioni. Prego il Signore sia per coloro che sono nelle condizioni di risolvere in modo efficace questi problemi, che per coloro che già aiutano il prossimo in qualche modo.

A proposito, proprio di questo ha parlato Papa Francesco alla Giornata mondiale della pace quattro anni fa. Ha invitato tutti gli abitanti della Terra, a prescindere dalla religione, a unirsi e ad aiutarsi a vicenda. Ma sembra che le persone abbiano perso la capacità di trovare un accordo...

Adesso è davvero difficile per le persone trovare un terreno comune. Come credente, vedo in tutto ciò una conseguenza di quello che la Chiesa chiama peccato originale: Adamo ed Eva commisero un peccato, Caino uccise Abele, il che mise in moto una spirale di ostilità e incomprensione che si dipana di secolo in secolo, seminando discordia. Sembra strano, ma pur vivendo oggi in uno spazio in cui le informazioni sono illimitate, abbiamo praticamente perso la cultura del dialogo. Ascoltiamo volentieri le persone che seguiamo sui social e non siamo disposti a sentire le argomentazioni di chi ha una posizione alternativa. Quando frequentavo il seminario, di solito prendevamo un argomento controverso e organizzavamo un classico dibattito, in cui le parti opposte si scambiavano di posto con uno schiocco delle dita. Il che si faceva non per imparare a barcamenarsi tra opinioni diverse, ma per padroneggiare la pratica della discussione classica basata sulle argomentazioni e sul rispetto nei confronti dell’avversario. La Chiesa possiede ancora una simile cultura del dialogo, perché riconcilia i credenti su alcune questioni spinose. È proprio questo a contraddistinguere la Chiesa cattolica russa, che, come in passato, mira ad unire persone con posizioni e punti di vista diversi sotto l’egida dei valori comuni a tutti i cristiani così come sono scritti nel Vangelo.
Se la maggior parte delle controversie mondiali fossero affrontate secondo tale principio, la verità che ne deriverebbe salverebbe più di una vita. Tuttavia, come ci mostra la storia, solo i conflitti globali a livello internazionale, dopo aver raggiunto il punto di non ritorno, costringono le persone a fermarsi e a cominciare a negoziare.

Sembra che siamo già giunti a questo punto, però le prospettive di un nuovo ordine mondiale dove una nuova etica svaluta i valori tradizionali portano ulteriore discordia nella società. Come percipisce il cosiddetto mondo nuovo?

Seguo questo processo con una certa incomprensione e tensione. Le idee della nuova etica che si stanno diffondendo nel mondo non sono fondamentalmente sbagliate, poiché si riferiscono al valore della vita umana e dell’individuo, alla tutela del diritto alle proprie convinzioni e opinioni. Tuttavia, un’iniziativa buona come questa, una volta tradotta in pratica, assume spesso una forma distorta, diventando una modalità insana del comportamento dell’individuo. La famiglia smette di essere una famiglia in senso classico, mentre nelle scuole materne, per esempio, si introduce l’autodeterminazione di genere per i bambini in età prescolare. E li considero pseudo-valori imposti in modo artificiale e finalizzati alla disumanizzazione della società.
Bisogna anche capire che tutta questa nuova etica è una creazione del “miliardo d’oro” mentre nel mondo noi, persone comuni, siamo già otto miliardi e nella maggior parte dei paesi tali idee non rappresentano una questione così rilevante. Le statistiche mostrano che un miliardo di persone ogni giorno soffre la fame e la mancanza dell’acqua potabile, un numero enorme di persone al mondo non sa leggere e scrivere e non ha accesso alle cure mediche. Mentre noi viviamo con il paraocchi ed è come se non ce ne accorgessimo, come ha detto il filosofo spagnolo José Ortega y Gasset: “Esistiamo solo io e le mie circostanze”. È necessario superare i propri limiti, ricordare che siamo una famiglia e che siamo molti più di uno. Proprio per questo bisogna promuovere la cultura del dialogo e la cosa più giusta è che la Chiesa dia l’esempio.

Qual è il compito delle guide delle religioni mondiali in questo contesto? In che misura, secondo Lei, i padri spirituali sono in grado di unirsi per risolvere i problemi comuni?

Credo che le persone realmente credenti si fidino delle guide delle proprie religioni e sperino in un dialogo produttivo a livello internazionale. Ma il problema è che il resto della società, in larga parte, si è allontanato da Dio.

L’anima umana invece è sempre alla ricerca di qualcosa che possa riempirla e questa luce gliela potrebbero dare delle guide spirituali dotate di una forza particolare, di una grande influenza, del dono della predicazione.Per questo devono parlare di più della fede, dell’Onnipotente. Perché Dio è Amore

È come se la fede stessa fosse diventata una sorta di giustificazione per certe posizioni, piuttosto che un sostegno, un fondamento su cui costruire la vita. L’anima umana invece è sempre alla ricerca di qualcosa che possa riempirla e questa luce gliela potrebbero dare delle guide spirituali dotate di una forza particolare, di una grande influenza, del dono della predicazione. Per questo devono parlare di più della fede, dell’Onnipotente. Perché Dio è Amore. Se l’amore vive nel cuore di una persona, sia i suoi pensieri che le sue azioni saranno orientati verso il bene.    

E cosa possiamo fare, quali doti esige da noi il nostro tempo?

Per quanto possa suonare banale, la cosa più importante ora è mantenere il buonsenso, perché è la chiave per la serenità e la stabilità. Purtroppo, ci troviamo spesso in una situazione che ricorda quel famoso esperimento con il porridge dolce. Allora nove bambini su dieci dicevano apposta di aver mangiato il porridge salato, mentre il decimo bambino, che non sapeva dell’accordo preso dagli altri, benché si rendesse perfettamente conto che la pietanza era dolce, sotto pressione della maggioranza ha accettato volontariamente la loro opinione. E adesso immaginate che secondo tale principio vive la nostra società, in cui si dice che il nero è bianco e molte persone sono d’accordo. Ecco perché bisogna sviluppare in sé e nei bambini il pensiero critico e la capacità di pensare. Meno contenuti di intrattenimento, che intontiscono e non danno altro che emozioni rapide, e più letteratura e film di qualità. Tutti di solito chiedevano perché far leggere agli alunni delle scuole Tolstoj e Dostoevskij, della serie, i bambini non ci capiranno niente. Sì, in seconda o terza media è veramente difficile capire certe cose, però ci si può abituare al linguaggio e all’ampiezza mentale dell’autore. Proprio per questo motivo bisogna far conoscere ai bambini il teatro ed i musei, poiché la contemplazione della bellezza influisce fisicamente su una persona e arricchisce la sua anima.

A suo tempo ha detto che è stato il suo “spirito ribelle” a condurLa alla Chiesa, è stato attirato proprio dall’opportunità di mettersi alla prova confrontandosi con determinate circostanze. Forse è questo il paradosso del nostro tempo: considerano un ribelle chi resta fedele a se stesso e alla propria strada e difende apertamente la propria posizione?

Albert Camus, pensatore e scrittore francese, diceva che una delle caratteristiche distintive dell’uomo è la sua capacità di cambiare opinione nel corso della vita. La domanda è: perché cambi la tua opinione o il tuo atteggiamento rispetto a una determinata questione? Se le mie convinzioni interiori sono cambiate è stato solo il risultato di un grande lavoro emotivo e mentale, quando si pensa molto ad una situazione e si prega. Sa, oggi è davvero semplice cadere nella manipolazione dall’esterno senza neppure accorgersene. Rimanere fedeli a se stessi è difficile. A volte è più facile unirsi alla maggioranza, per la paura che nella comunità ti voltino le spalle con disapprovazione se esprimi la tua opinione. Ma bisogna separare il grano dal loglio e per farlo è necessario educare la propria coscienza e scegliere fonti veramente oggettive e affidabili.

Una volta ha detto che legge spesso il pensatore cristiano Søren Kierkegaard: quale dei suoi insegnamenti considera più rilevante per il nostro tempo?

Kierkegaard ha scritto un trattato filosofico, “Timore e tremore”, in cui si pone la questione relativa alla fede in Dio e alla possibilità di mantenerla nel contesto contemporaneo. Quest’opera filosofica è una riflessione breve e semplice da recepire, può essere letta in una notte. Vi si trova un pensiero forse troppo semplice, ma proprio in questo risiede la sua grandezza: “Nella vita è importante non quello che ti succede, ma quello che fai”. Rimanere, semplicemente, umani in qualsiasi situazione è già abbastanza.

Текст: Анастасия Куприянова
Фото: Владас Рачкаускас